Storia e Fantasia

12.02.2023

 Il rapporto di uno scrittore di romanzi storici con le fonti è in ogni caso stimolante: se queste sono scarse e poco attendibili, dovrà giocoforza ricorrere a un uso maggiore della fantasia e dell'immaginazione; in caso contrario, gli toccherà districarsi in un mare di date e di dati, sempre attento a non saltare su una mina, a non far confusione e soprattutto a non ingenerarla nel lettore.
Nella mia avventura letteraria dedicata a Castelseprio, ho affrontato tre diverse situazioni.

In "Sibrium" avevo quasi mano libera e infatti personaggi e situazioni sono in gran parte inventati; ne "Il Segreto di Sibrium" c'è un giusto equilibrio - quasi una parità - tra ciò che è storicamente accertato e i vuoti che mi è toccato riempire; ne "La Vipera e la Torre" infine sono stato costretto a tagliar fuori dalla trama fatti e persone, perché il materiale documentale era enorme e il rischio di trasformare in saggio il romanzo era davvero troppo alto.
La differenza tra i tre libri è stata in gran parte determinata dal periodo storico (V secolo "Sibrium", VIII secolo "Il Segreto di Sibrium" e XIII secolo "La Vipera e la Torre". È evidente infatti che più ci si avvicina al presente, più l'accesso alle fonti è facilitato.

Immagine: Sailko - Wikipedia

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