Da(n) te non me l'aspettavo!
Nel mezzo di una notte un po' agitata
io mi sognai di Dante e del poema
che a lui concesse fame meritata
e a me l'insufficienza in più di un tema.
"Che vuoi da me?" gli chiesi un po' stranito.
Rispose secco: "Che domanda scema...
Mi pari un pochettino rimbabito!
Ci son peccati novi a questo mondo;
l'inferno mio dev'esser rinverdito
dal primo dei gironi fino al fondo."
"E io che c'entro? Scusa se domando"
gli dissi io senza girarci in tondo.
"Parli sul serio o forse stai scherzando?"
"Ti pare che lo scherzar sia mio costume?"
mi chiese l'Alighieri di rimando.
"Qui nel moderno m'abbisogna un lume
e tu dev'esser guida al mio cammino."
"Ma per capirlo non ci vuole un nume
che forse stai sbagliando un attimino,
che io non son Virgilio o Beatrice;
or lasciami dormir nel mio lettino!"
Ma tanto il Sommo parla e tanto dice
che alfine mi convince a fargli strada
tra i peccatori moderni tra cui lice
usar la lingua come fosse spada.